Agriturismo in Toscana con piscina, i borghi più belli della Toscana

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La Valtiberina Toscana

le tue vacanze in agriturisno tra natura ed arte

Per una vacanza tra natura, ambiente e arte Toscana.
Ma anche folklore, spiritualità, gastronomia. La Valtiberina, avamposto di Toscana incastonato fra Romagna, Umbria e Marche, racchiude fra le sue valli, le sue colline e le sue montagne un patrimonio ricchissimo da offrire al visitatore. Uno scrigno da scoprire e da ammirare giorno dopo giorno, capace di soddisfare le più diverse esigenze di chi sceglie questo territorio per una vacanza alternativa alle consuete direttrici. Un angolo nascosto di quell’Italia verde e silenziosa, ma al tempo stesso depositaria di tesori naturali, culturali e artistici sospesi fra passato e presente. D’altronde questo territorio è un riuscitissimo mix di storia, natura e tradizioni popolari, frutto del succedersi di numerose etnie e culture che hanno lasciato la loro impronta nei sette comuni della valle: Anghiari, Badia Tedalda, Caprese Michelangelo, Monterchi, Pieve Santo Stefano, Sansepolcro e Sestino. Foto panorama Valtiberina Vitali centri Toscani che conservano i tratti degli insediamenti etruschi e romani, e che espongono ancora orgogliosi la loro preziosa architettura medievale e rinascimentale. E che custodiscono gelosamente, oltre a pievi, abbazie e castelli sparsi per ogni dove, i capolavori di artisti quali Michelangelo Buonarroti e Piero della Francesca, sommi “maestri” d’arte nativi di queste contrade.
Il tutto racchiuso in un ambiente incontaminato a valle, lungo il lento ma solenne corso del Tevere, e più ad alta quota, lungo i sentieri appenninici ricchi di percorsi trekking. L’ansia di spiritualità può essere ben soddisfatta dalla visita ai suggestivi eremi di Montecasale, Cerbaiolo, Casella, a quello vicinissimo de La Verna in Casentino. E, per gli amanti della buona tavola, non c’è che l’imbarazzo della scelta, con la gastronomia Toscana che è una felice sintesi tra le tradizioni toscane, romagnole e umbre, potendo “mettere nel piatto” prelibatezze come i funghi, i tartufi, i formaggi, gli insaccati e la ricercata carne chianina qui allevata con cura. Le vacanze in Valtiberina Toscana sono dunque come una danza armoniosa, che rapisce e accontenta ogni visitatore.

 

Anghiari

una perla della valtiberina toscana

(Testo tratto da www.borghitalia.it) Anghiari è uno splendido borgo medievale che domina la verde valle dell’alto Tevere. Bastione inviolabile grazie alle potenti mura duecentesche, ebbe una grande importanza nel Medioevo per la sua posizione strategica.
Fiera della sua toscanità, Anghiari fu consacrata alleata e testimone della civiltà fiorentina dopo la battaglia del 29 giugno 1440 celebrata da Leonardo con un capolavoro scomparso,Peter Paul Rubens, conservato al Museo del Louvre a Parigi ancora oggi oggetto di ricerche. L’aura di mistero, che la magia del tempo rende ineffabile, penetra negli scorci medievali che rimandano a passioni splendenti, a ore febbrili, a rumori di spade. Questo angolo di Toscana ha visto il passaggio nel 1164 di Thomas Becket:
l’Arcivescovo di Canterbury ottenne dagli allora signori di Anghiari le carbonaie del Castello dove gli Spedalieri di S. Antonio, suoi accompagnatori, costruirono un oratorio. Su di esso fu poi edificata (sec. XIII-XIV) la Chiesa di S. Agostino, ampliata nel 1464 in seguito al crollo del campanile. Di origine ancora più antica, forse rupestre, è la Chiesa della Badia, il primo luogo di culto nel borgo (sec. XI).
La delicata immagine tardotrecentesca del Crocifisso in legno dell’altare maggiore attira l’attenzione per due particolari: il perizoma del Cristo con la bella decorazione dipinta sullo sfondo e i capelli, veri, un tempo abbondanti e oggi tagliati per devozione. Nella Chiesa di S. Maria delle Grazie, costruita tra 1628 e 1740 e restaurata più volte esternamente, si trova dietro l’altare la Madonna delle Grazie, terracotta invetriata della bottega di Andrea della Robbia. L’imponente Rocca costituiva il nucleo fortificato attorno a cui si sviluppò Anghiari. Il Cassero fu luogo di difesa e monastero camaldolese, chiamato per questo Conventone. Insieme all’antico Cassero, la torre dell’orologio, detta il Campano, è un elemento emergente del paesaggio urbano di Anghiari. Terminata nel 1323, fu distrutta nel 1502 e ricostruita un secolo dopo, quando, per l’occasione, vi fu sistemato l’orologio. L’ultimo restauro è della prima metà dell’Ottocento.
Al centro del nucleo antico del paese, il Palazzo Pretorio mostra nella facciata i segni della struttura originaria, con finestre ad arco a tutto sesto, un grande affresco situato sotto una loggia e stemmi in terracotta e pietra. Il Palazzo era parte della Rocca e fu residenza dei podestà e dei vicari della Repubblica Fiorentina fin dal 1386. Palazzo Taglieschi è subito riconoscibile per l’articolata facciata: infatti, pur essendo una costruzione rinascimentale, nasce dall’unione armonica di case-torri preesistenti. Di fronte vi è il Palazzo del Marzocco, edificio del XV secolo che apparteneva alla nobile famiglia degli Angelieri ed oggi, completamente restaurato, è sede del Centro di Documentazione della Battaglia di Anghiari.
L’antica via di ronda era il tracciato viario situato nella parte settentrionale delle mura. Dal 1444 questo tratto di cinta muraria ha subito numerosi interventi di ricostruzione al fine di rendere il borgo Foto panorama Anghiariinespugnabile in caso d’attacco con artiglierie.
Con l’innalzamento delle mura (contemporaneo alla costruzione delle porte di S. Angelo e di S. Martino, tra il 1181 e il 1204) furono inglobate le merlature medievali ancora visibili in alcuni tratti. Gli interventi d’ampliamento della chiesa di S. Agostino culminarono nel 1463 con la singolare costruzione del torrione a pianta semicircolare.
In Piazza Baldaccio, già detta del Mercatale, è dal 1388 che ogni mercoledì si svolge il mercato, mentre il Teatro dei Ricomposti, costruito nel 1790 con una facciata in stile rinascimentale, riconsegna il borgo alla sua forte vocazione culturale. Per ulteriori informazioni e per gli eventi in Anghiari visita il sito www.anghiari.it

 

Sansepolcro

Posta ai piedi dell’ultimo tratto dell’Appennino toscano...

(Testo tratto da www.comune.sansepolcro.ar.it) Posta ai piedi dell’ultimo tratto dell’Appennino toscano, Sansepolcro domina l’Alta valle del Tevere, che si apre in un vasto anfiteatro montano e collinare, delimitato dall’Alpe della Luna, dalla Massa Trabaria, dalle colline della vicina Umbria e dai monti dell’Aretino e dell’Alpe di Catenaia. La tradizione attribuisce a Sansepolcro un’origine mitica per opera di due Santi pellegrini, Arcano ed Egidio che, di ritorno dalla Terra Santa, si fermarono in questa valle dove, per un segno divino, decisero di restare e costruire una piccola cappella per custodire le Sacre Reliquie, portate da Gerusalemme.
sansepolcro Intorno a questo primo oratorio si sviluppò il Borgo che fu detto, proprio per questa origine, del Santo Sepolcro.
E negli antichi annali del Comune gli storici chiamarono Borgo Sansepolcro “novella Gerusalemme”. Feudo degli Abati camaldolesi nell’Alto Medioevo, Sansepolcro fu libero Comune dal 1163. Terra di confine, difese la propria libertà lottando contro Castellani, Perugini, e Aretini. Passò dalla Signoria di Uguccione della Faggiola a quella dei Tarlati e a quella, poi, dei Malatesta. Fu per un breve periodo sotto il dominio dei papi per poi passare, dal 1441, sotto Firenze, dai Medici ai Lorena, fino all’unità d’Italia. Nel 1520 Sansepolcro fu fatta città e nominata sede vescovile da Papa Leone X. Dal ‘300 al ‘500 Sansepolcro ebbe il periodo di massimo splendore. Di quei secoli ricchi di commerci (dal guado ai panni ), di arte e cultura, ne è testimonianza il centro storico della città. Chiuso al suo interno da una cinta muraria delimitata dalle cannoniere di Bernardo Buontalenti e dalla pregevole Fortezza di Giuliano da Sangallo, il centro storico di Sansepolcro si caratterizza per un succedersi di pregevoli palazzi medioevali, con le caratteristiche torri, oggi mozze, e rinascimentali (Palazzo delle Laudi, Palazzo Alberti, Palazzo Aggiunti, Palazzo Graziani, Palazzo Ducci del Rosso,…); per le sue Chiese ( dalla Cattedrale romanica, alla Chiesa gotica di S.Francesco) con i loro caratteristici campanili; per l’eleganza e la raffinatezza degli elementi architettonici.
Un centro storico colpito da una lunga storia di terremoti, di attacchi esterni e di lotte tra le varie fazioni cittadine, ma che ha conservato sino ai giorni nostri i caratteri di un centro d’autore, profondamente legato al massimo figlio di questa terra: Piero della Francesca. L’Artista, che si firmava “Pietro dal Borgo”, ha immortalato la sua città nelle sue opere, esaltandone i caratteri, così da avvicinarla a quella città ideale di cui allora si discuteva nelle corti italiane. Pierodella Francesca - i pittori di toscana Ma Sansepolcro non è solo la patria di Piero della Francesca:
La sua ricca storia artistica e culturale si lega ai nomi di Dionisio Roberti, Luca Pacioli ( uno dei massimi matematici del Rinascimento, allievo di Piero della Francesca e amico di Leonardo da Vinci), Matteo di Giovanni, Raffaellin dal Colle, gli Alberti, Santi di Tito,.
Accanto alla grande tradizione artistica, il folclore. Sansepolcro è infatti anche la città del Palio della balestra e dei giochi di bandiera, testimonianza di un passato di lotte in difesa della libertà comunale. La seconda domenica di settembre, quando i balestrieri di Sansepolcro rinnovano la sfida ai rivali di Gubbio, Sansepolcro si veste dei colori di Piero della Francesca: Squillano le chiarine, rullano i tamburi e in piazza Torre di Berta trionfa il Palio della balestra: festa secolare (le sue origini risalgono ai primi del ‘400) con la quale Sansepolcro ricorda il suo fiero passato di libero Comune, continuamente impegnato a difendersi dagli attacchi dei Signori vicini. Da quelle esercitazioni militari trae origine la gara di tiro con la balestra antica all’italiana, da banco, giunta sino ai nostri giorni con le stesse regole dei secoli passati. Seduti sui banchi da tiro, a 36 metri dal bersaglio o corniolo ( un tronco di cono con al centro una bulletta di ferro), i balestrieri, i cui nomi vengono estratti a sorte, si alternano nei tiri. Vince chi più si avvicina al centro. Vestiti con abiti pierfrancescani nobili, dame e cavalieri assistono alla sfida, mentre gli sbandieratori lanciano nel cielo i loro vessilli.
A fare del settembre il mese cittadino per eccellenza non c’è solo il Palio, corso in onore del Santo Fondatore Egidio. Altri due importanti appuntamenti si alternano annualmente: la Biennale dell’arte orafa e la Biennale del merletto o trina a spilli, con le quali vengono valorizzate due importanti tradizioni locali che uniscono in sé arte e perizia artigianale.
Oggi Sansepolcro è una città attiva e moderna, con circa 15.600 abitanti, che, pur impegnata a salvaguardare il proprio nobile passato, la sua identità di città d’autore e le sue tradizioni, guarda al futuro. Il suo sviluppo industriale risale al 1827, data di nascita della Buitoni, l’importante industria alimentare che da qui si è sviluppata a livello internazionale e oggi è presente a Sansepolcro con un modernissimo pastificio. Accanto a questo, altri marchi prestigiosi nel campo della camiceria, della maglieria e del tessile abbigliamento, caratterizzano l’economia della città. Alla struttura industriale va aggiunta una agricoltura basata in particolare sulla coltivazione del tabacco, particolarmente pregiato, seguito da peperoni, pomodori, girasoli, cereali, tra i quali grano, mais, orzo. In questi ultimi anni si è andata sviluppando la coltivazione e commercializzazione delle erbe officinali , accanto ad una crescente sensibilità verso un’agricoltura pulita che faccia della Valtiberina una “valle verde”. Per ulteriori informazioni e per gli eventi in Sansepolcro visita il sito www.comune.sansepolcro.ar.it

 

Caprese Michelangelo

La città Toscana che ha dato i natali a Michelangelo Buonarroti

(Testo tratto da www.comune.sansepolcro.ar.it)Quando la penisola italica cominciò a popolarsi, Caprese era una folta macchia di faggi, castagni e querce. Ma reperti in bronzo, rinvenuti nella zona del Castello, e scavi presso Tifi testimoniano che già al tempo degli Etruschi, e poi dei Romani, queste zone erano abitate e civili. Storici autorevoli indicano nel Castello di Caprese il luogo in cui, nell’anno 552 d.C., morì Totila, il re dei Goti. Dopo il 568 d.C. iniziò la dominazione longobarda, che esercitò un forte e duraturo influsso sulla realtà locale; lo testimoniano i nomi di vari luoghi, come Mezzano (Dicciano), Agitone (Giglione), Perello (Priello) ecc., il pluteo in pietra dell’VII secolo, decorato a bassorilievo, rinvenuto durante i lavori di restauro nella Chiesa di S. Cristoforo, e la menzione, nei documenti dell’Archivio Capitolatore Aretino, dei “Longobardi de Caprise”. Signori di Caprese furono nei secoli XI e XII i Conti Ranieri di Galbino fino a quanto, nel 1226, il Comune, stanco delle lotte tra i feudatari, si mise sotto la protezione di Arezzo.
Nel 1260 i Conti Guidi di Romena presero il possesso del territorio, ma nel 1324, dopo un assedio di tre mesi, conquistò il castello il vescovo di Arezzo Guido Tarlati. Dopo alcuni decenni di anarchia, nel 1384, i Capresani fecero volontaria dedizione alla Repubblica di Firenze. Il dominio fiorentino fu sancito, nel 1386, con l’istituzione di una Podesteria che rimase in vigore fino al 1783. Nacque a Caprese, il 6 marzo 1475, Michelangelo Buonarroti, nel periodo in cui il padre Ludovico vi svolgeva la funzione di Podestà.Nel 1737, terminata la secolare epoca dei Medici, il territorio passò sotto l’amministrazione degli Asburgo-Lorena, intercalata in breve, ma importante dominio francese (1799-1814). Con il plebiscito del 1860, Caprese, come tutta la Toscana, entrò a far parte del regno di Sardegna e poi di’Italia. In questo periodo nuovo lustro venne a Caprese dalla figura e dell’opera di Giovanni Santini (Caprese 1787 – Noventa Padovana 1877), astronomico e matematico eminente nell’insegnamento e nella ricerca. Con Regio Decreto del 9 Febbraio 1913, fu aggiunto all’antico nome quello di Michelangelo, a significare i natali che qui ebbe il Sommo Artista.
Il Cristo Risoto Il ricordo del Buonarroti vive ancora oggi nella Chiesa di San Giovanni, e all’interno delle mura castellane che ospitarono il Museo Michelangiolesco: la Casa Natale, il Palazzo Clusini, oggi sede del Municipio, le Sale della Rocca, in cui si trovano antichi calchi in gesso donati dalle Gallerie Fiorentine, ed il suggestivo Museo di Scultura all’aperto. Le tracce di questa storia intensa si possono ammirare ancora oggi nei monumenti più significativi di Caprese: la Rocca medioevale, costruita nel X secolo, l’Abbazia camaldolese di Tifi, la Pieve di San Cassiano, esaltata dalla potenza espressiva del suo ambiente, la romantica Chiesa di San Cristoforo ed il Santuario della Madonna della Selva. Suscitano ammirazione e rispetto i luoghi che testimoniano il passaggio di San Francesco durante i suoi viaggi da Assisi al Sacro Monte della Verna: la Chiesa di San Polo, la Cappella di Zenzano, l’Eremo della Casella.
Caprese Michelangelo è collocato sulla dorsale appenninica, nell’area più verde della Val Tiberina Toscana. Il territorio, che raggiunge l’altitudine di 1415 metri nell’Alpe di Catenaria (M. Castello), è attraversato da numerosi corsi d’acqua confluenti nel torrente Singerna, che si unisce al Tevere nel lago di Montedoglio. Estesi boschi di faggi, castagni e querce compongono ancora oggi uno scenario incontaminato e rendono l’aria particolarmente salutare. Il castagno, chiamato da sempre “l’albero del pane”, occupa un posto preminente nella storia e nella civiltà di Caprese. Castagne e funghi, insieme a tartufi, more, fragole e lamponi, sono i frutti genuini di questa terra, fondamentali per la sua economia. Il territorio capresano, a spiccata vocazione turistica, offre ai suoi ospiti servizi di qualità, fra i quali si evidenziano quelli ricettivi e sportivo-ricreativi. Storia, arte e ambiente si fondono dunque nella realtà di Caprese. Da ciò prendono vita principali manifestazioni: incontri d’arte, corsi sull’affresco, mostre e convegni, concerti, folclore, Festa della Castagna, attività ricreativi e sportive, trekking per boschi e luoghi antichi.Per ulteriori informazioni e per gli eventi di Caprese MIchelangelo visita il sito www.capresemichelangelo.net/

Agriturismo Calcinaia sul Lago con appartamenti vacanze e piscina in Valtiberina Toscana, per delle vacanze all'insegna della natura e dell'arte.